mercoledì 23 aprile 2014

Le Vaccinazioni


Il VACCINO è un preparato che introdotto nell'organismo lo stimola a produrre degli anticorpi, rendendolo così immune da una specifica malattia infettiva.
Se oggi utilizziamo questo termine lo dobbiamo a Louis Pasteur (Dôle 1822 - Villeneuve l'Étang, Seine-et-Oise, 1895). Fu proprio il chimico e biologo francese, durante un congresso internazionale, a proporre tale denominazione “al merito e agli immensi servizi resi da uno dei più grandi uomini dell'Inghilterra”. Si stava riferendo ad Edward Jenner (Berkeley, 1749-1823), il medico di campagna, che per primo identificò il modo per contrastare una delle più importanti cause di morte del tempo: il vaiolo.
L. Pasteur by Albert Edelfelt
Alla fine del 1700, infatti, nella sola Londra morivano a causa della malattia circa 3000 persone l'anno. All’epoca veniva utilizzata la cosiddetta tecnica della variolizzazione, che consisteva nell’inoculare il siero prelevato dalle pustole nei soggetti sani al fine di stimolare in loro l’insorgenza della malattia in forma leggera (variola minor). La pratica non era immune da rischi, in quanto i soggetti trattati potevano contrarre la malattia in forma grave.
 
Una tradizione popolare tra i mungitori suggeriva che l'infezione da parte della forma bovina di vaiolo (cow-pox) potesse proteggere dalla forma umana (smallpox). Jenner comprese che se la tradizione popolare fosse risultata vera, ciò avrebbe portato notevoli vantaggi nella pratica della variolizzazione. I suoi esperimenti diedero vita alle prime vaccinazioni secondo criteri scientifici riconosciuti. Nella sua inchiesta sulle “Causes and Effects of the Variolæ Vaccinæ”, contenente 23 casi, si dimostrava come l'inoculazione del vaiolo bovino aveva significato un'immunizzazione contro la forma umana, che tuttalpiù si poteva presentare in forma lieve e senza conseguenze. La pubblicazione diede il via alla pratica della “vaccinazione” di cow-pox e in soli dieci anni i casi di vaiolo si ridussero da 18596 a soli 182.
Quasi un secolo più tardi Pasteur capì che quanto fatto da Jenner altro non era se non l’applicazione particolare di una legge generale di natura e cioè che era possibile vaccinare contro molti tipi di malattie usando microrganismi della stessa specie, ma di virulenza attenuata. Sono nati così i vaccini inattivi, testati dallo studioso per il carbonchio, e quelli attenuati, prodotti per la prima volta, dallo stesso autore nel 1885 contro il virus della rabbia. Questi vaccini, considerati oggi come convenzionali, hanno avuto un grande successo nel controllo e nella lotta contro un gran numero di malattie animali ed umane.
Il meccanismo immunitario della vaccinazione è stato finalmente spiegato nel 1957 da Frank Burnet (Traralgon 1899 – Melbourne 1985).
Una delle figure più importanti nella storia modera dei vaccini è stata sicuramente quella di Albert Sabin (Bialystok 1906 – Washington D.C. 1993), ricercatore famoso per le scoperte sul virus della Poliomielite. Alla fine degli anni ‘40 sviluppò una tecnica per attenuare il virus in modo tale da ottenere un vaccino somministrabile per via orale. Il prodotto così ottenuto divenne la prima arma in tutto il mondo per la lotta alla poliomielite.
Le vaccinazioni in Italia furono introdotte verso la fine del 1800 sulla spinta delle esperienze condotte in Europa con il vaccino contro il vaiolo e delle ricerche sui batteri di Pasteur e Koch. La prima ad essere introdotta fu, appunto, quella antivaiolosa, resa obbligatoria dalla legge Crispi-Pagliani nel 1888. Da allora le malattie per le quali sono state condotte vaccinazioni di massa sono pressoché sparite – Difterite, Poliomielite – o ridotte ad un’incidenza molto bassa – Tetano, Epatite B.
I vaccini hanno cambiato la storia della medicina e si sono affermati come strumento fondamentale per la riduzione della mortalità e morbosità, modificando profondamente l’epidemiologia delle malattie infettive.
 
 
 
 
Come ogni altro farmaco anche i vaccini possono presentare qualche rischio ed è naturale sospettare di un vaccino, quando un problema di salute si verifica a seguito della vaccinazione, ma in realtà una associazione causale può o non può esistere.
In alcuni Paesi i movimenti anti-vaccinazione sono riusciti ad influenzare le politiche vaccinali. La loro opera è apparentemente avvalorata dal fatto che alcune malattie, proprio grazie alle vaccinazioni, sono molto diminuite come frequenza, per cui si manifesta una ridotta percezione del rischio e un’enfatizzazione dei rischi legati alla vaccinazione. Spesso poi le accuse vengono rivolte verso la somministrazione contemporanea di più vaccini.
Ma gli esseri umani sono esposti a molti antigeni estranei ogni giorno. Mangiare cibo, ad esempio, introduce nuovi batteri nel corpo, e numerosi batteri vivono sia nella bocca che nel naso, esponendo il sistema immunitario a molti più antigeni di quanto non facciano le vaccinazioni. In effetti, i dati scientifici disponibili mostrano che la vaccinazione simultanea con vaccini multipli non ha effetti negativi sul sistema immunitario infantile normale. Numerosi studi sono stati condotti per esaminare gli effetti di varie combinazioni di vaccini somministrati simultaneamente ed hanno invariabilmente dimostrato che essi sono altrettanto efficaci sia in combinazione che singolarmente, e che tali combinazioni non presentano un maggior rischio di effetti collaterali negativi. Somministrare simultaneamente tutti i vaccini indicati per una persona, compresi i vaccini dei programmi di vaccinazione dell’infanzia, è molto importante, perché aumenta la probabilità di completa immunizzazione. La somministrazione simultanea è importante anche in occasione di viaggi all’estero e quando non si è sicuri che la persona ritornerà per assumere le altre dosi di vaccino.
Non si registra traccia nella letteratura scientifica di stati immunodepressivi emergenti dopo l'effettuazione dei protocolli vaccinali; né esistono riferimenti scientifici comprovanti un'associazione fra vaccinazioni e patologie neoplastiche. Il sovraccarico del sistema immunitario mediante somministrazione contemporanea o ravvicinata di più vaccini è in realtà uno dei pregiudizi più diffusi riguardo alle vaccinazioni, come anche evidenziato nel sito del “Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie”.
La vaccinazione rappresenta oggi uno degli interventi di prevenzione più efficaci e sicuri. Essa comporta benefici non solo per effetto diretto sui soggetti vaccinati, ma anche in modo indiretto, inducendo protezione ai soggetti non vaccinati (herd immunity). Se un numero sufficiente di persone di una comunità sono vaccinate, l’infezione non può diffondersi a lungo da persona a persona e la malattia può scomparire del tutto.
Non secondari sono i benefici sociali che ne derivano e che consistono nella creazione e nel mantenimento dell’immunità di gruppo contro le malattie contagiose, la prevenzione delle epidemie e la riduzione dei costi delle cure. Questo conferisce ai vaccini un valore etico-sociale tale che promuovere le vaccinazioni sia attraverso le campagne d’informazione e d’educazione sanitaria, sia, se necessario, con altre modalità più incisive diviene non solo diritto ma anche preciso dovere di uno Stato moderno.
 
Glossario
Adiuvante: sostanza presente nel vaccino avente il ruolo di aiutare gli specifici componenti del vaccino a determinare una risposta immune precoce, intensa e di lunga durata.
Anticorpo: sostanza prodotta da particolari cellule dell’organismo come reazione di difesa all’introduzione di sostanze considerate come estranee.
Antigene: sostanza estranea, che se penetra nell’organismo è capace di indurre una risposta immunitaria specifica, in particolare la produzione di anticorpi.
Endemia: presenza costante di una malattia in un determinato territorio.
Immunizzazione: il processo attraverso il quale un organismo è reso immune o resistente ad una specifica malattia. Utilizzato come sinonimo di Vaccinazione.
 
Per approfondimenti
Network Informagente                            

Nessun commento:

Posta un commento