Questo modo di dire ci rammenta che così come l'acqua - goccia a goccia - riesce a scavare nella pietra, anche chi è apparentemente debole, se dotato di volontà e perseveranza, può superare gli ostacoli più duri.
Sicuramente il proverbio giunge a noi da tempi molto remoti; "gutta cavat lapidem" è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa la goccia perfora la pietra e che era molto diffusa e citata da autori di età classica, come Lucrezio, Ovidio e Albio Tibullo.
La frase è documentata anche in greco da Galeno: Κοιλαίνει πέτραν ῥανὶς ὕδατος ἐνδελεχείῃ, cioè con la costanza un gocciolio d'acqua perfora anche una rupe.
Nell'immaginario collettivo poi la goccia che scava la pietra ha un posto d'onore con la leggenda della tortura della goccia cinese. Secondo le dicerie, sarebbe un metodo di tortura che consiste nell'immobilizzare il malcapitato e fargli cadere sulla fronte, sempre nello stesso punto, una goccia d'acqua ad intervalli regolari. Alla lunga questo lo porterebbe alla follia e poi alla morte perchè la goccia finirebbe per forargli il cranio. La tortura della goccia cinese è presente in tanti racconti d'avventura, primi fra tutti quelli di Salgari.
Ovviamente l'incitamento a perseverare dovrebbe valere solo se si ricade nel giusto, altrimenti si ricadrebbe poi fra le grinfie di un altro famoso detto, di cui magari parleremo in seguito, e dovrebbe essere applicato utilizzando un pizzico di realismo ... altrimenti la cosa potrebbe generare inutile frustrazione!
A me piace molto ricordarlo nella sua versione brasiliana
água mole em pedra dura tanto bate até que fura
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